Il 16 luglio il Vescovo di Lanusei Mons. Antonello Mura ha incontrato i dipendenti delle quattro scuole materne paritarie cattoliche presenti in diocesi: Lanusei, Villagrande, Tortolì e Villaputzu, per fare il punto sulla situazione economica e organizzativa delle quattro realtà scolastiche.
Il vescovo ha ribadito – anche dopo essersi consultato con il Consiglio affari economici e tutti i presbiteri – l’impegno della diocesi di affrontare la complessa situazione finanziaria delle scuole cattoliche, le quali – esclusa Villagrande – vivono situazioni problematiche soprattutto in riferimento agli stipendi arretrati del personale e ad altri debiti pregressi maturati negli ultimi otto anni.
Per venire incontro a queste situazioni, il Vescovo ha comunicato che la Diocesi – pur trovandosi anch’essa in una difficile situazione economica – ha fatto richiesta a un istituto bancario di un consistente prestito finanziario per risolvere i debiti delle scuole, in particolare per venire incontro alle famiglie dei dipendenti. Entro il mese di luglio verranno versati tutti gli stipendi arretrati, la cui consistenza complessiva per le tre scuole è superiore ai 300 mila euro. Da notare che nell’anno in corso la Diocesi aveva già impegnato propri fondi, derivati dall’otto per mille, per una somma superiore ai 110 mila euro.
In un momento di crisi congiunturale la Chiesa ogliastrina vuole così manifestare tutta la sua attenzione alla sorte degli asili cattolici del suo territorio, collaborando a trovare soluzioni per il proseguimento di questo importante impegno educativo a favore delle nuove generazioni.
Tale attenzione comporterà chiaramente una nuova fase organizzativa e amministrativa, che evidenzi sia la necessità della formazione del personale che l’accentuazione del carattere ecclesiale delle scuole, in particolare con il coinvolgimento delle famiglie, oltre che una razionalizzazione dei costi. Tutto per salvare l’identità delle scuole paritarie che vivono in Sardegna difficoltà sempre maggiori.
In questo senso basta verificare le contribuzioni regionali, passate dal 50% della spesa a poco più, oggi, del 38%, e con notevoli ritardi nell’erogazione, mentre lo Stato contribuisce per ogni alunno nella misura di 76 euro all’anno. Dati che dimostrano ampiamente che non c’è nessun aumento dei finanziamenti pubblici alla cosiddetta scuola privata!
Considerando inoltre che la quota proveniente dalle rette delle famiglie non supera il 10-12% delle entrate, ad ogni singola scuola rimane il compito di recuperare ogni anno, da altre fonti, una cifra vicina al 50% delle spese.
Se questa situazione dovesse perdurare è chiaro che l’impegno della diocesi non potrebbe ripetersi con le proporzioni straordinarie indicate quest’anno, anche perché toglierebbe fondi ad altri comparti della vita diocesana. Per evitare in futuro la chiusura delle scuole, sarà quindi importante coinvolgere le famiglie, le parrocchie di riferimento e gli stessi fedeli, in un impegno comune che valorizzi queste opere ecclesiali che hanno educato negli anni migliaia di bambini.