“Vieni Signore Gesù” è il ritornello dell’Avvento e della vita del credente. E’ il desiderio più auspicato e (spesso) più tormentato.
Vieni, perché ci crediamo; vieni, perché ne abbiamo bisogno.
E’ vero che la vita appare talvolta orfana di senso perché Lui viene percepito assente, lontano dalla nostra esistenza, quasi distratto di fronte agli accadimenti quotidiani. In realtà, proprio il Suo Natale ne ricostruisce la trama confermando le speranze e superando i dubbi.
Per noi credenti Dio si fa Presenza in Gesù, quindi ci cerca e ci trova e, insieme, continua ad essere cercato e desiderato. Dio si rivela – e chiede a noi un atto di fede – ma rimane anche nascosto, “sconosciuto”. San Tommaso coniuga l’apparente contraddizione con la seguente affermazione: Noi conosciamo un Dio sconosciuto.
La nostra fede passa dalla certezza che Dio non può essere percepito completamente se non diventa uomo, cioè: Dio per l’uomo viene solo attraverso l’uomo.
Anche quest’anno è importante allora ri-scoprire che Dio ci sopravanza sempre, precedendoci e superandoci in amore. La sua venuta dimostra che vuol stare dentro la nostra storia, per riscattarla e renderla partecipi della sua divinità.
Vivo per la prima volta il Natale nella diocesi che mi è stata affidata, e sento con gioia che il Dio nel quale credo insieme a tanti fratelli e sorelle è un Dio che ci dona Gesù per appassionarci insieme all’annunzio di quella notte: “Oggi, per voi, è nato il Salvatore!”.
Nessuno è escluso da quest’annuncio; nulla può dimenticarlo. Le gioie e le sofferenze; gli interrogativi e le contestazioni. Genitori, ragazzi e giovani; negli ospedali come nel carcere: tutto può essere rilanciato e risanato, ripreso e rinnovato. Quando l’umanità incontra il Dio fatto uomo, ri-vive grazie alla sua Presenza.
Dio che ci ha fatti per la vita, la luce e la gioia sa sempre comunicarci parole per tutto quello che stiamo vivendo. Penso con tristezza alle famiglie in difficoltà, alle persone sole o abbandonate, a chi cerca lavoro e a chi vede il futuro senza speranza. E non posso dimenticare – con una tristezza ancora più grande – le persone e le comunità colpite quest’anno da eventi tragici quali omicidi o attentati.
Incoraggiamoci reciprocamente ad essere più solidali e fraterni, impariamo a stimarci maggiormente e ad affrontare coraggiosamente questo tempo che, grazie a Dio non è – e non può essere – solo un tempo di crisi e di paura.
Auguro a ciascuno di fare e di ricevere un gesto che dimostri che crediamo nella vita e nel futuro.
Buon Natale, arricchito dalla Sua Presenza. Buon 2015, colmo di entusiasmo per la vita.
+ Antonello Mura