“Imparate dalla realtà non dai programmi“
Carissimi studenti,
anche quest’anno, iniziando la scuola, desidero accompagnarvi con un saluto e un augurio.
Felice di pensarvi non tanto sui banchi, magari in attesa che i vostri docenti vi preparino un bel programmino da studiare, ma soprattutto intenti a voler conoscere la realtà, a studiarla, desiderandola magari diversa, ma comunque non sfuggendo ad essa.
“Seduti sul banco” non è infatti una bellissima espressione, anche se è comprensibilmente necessaria, perché è in piedi – cioè in movimento – che deve stare la vostra mente, il vostro cuore e idealmente (sempre) i vostri piedi.
“Buon anno”, lo traduco allora con un altro augurio: buon percorso, buona camminata nella storia dell’umanità. C’è una storia passata, che vi sarà presentata e illustrata come pensiero, cronaca, scoperta o solo come geografia, ma ce n’è una attuale, nella quale voi siete chiamati a camminare, come protagonisti e non solo come destinatari.
Desidero subito dirvi che abbiamo bisogno di voi, che tutta la realtà di oggi ha necessità che voi ci siate, siate presenti autenticamente in essa, pienamente, grazie alla vostra lettura della realtà e senza mai perdere entusiasmo per la vita.
Solo così la scuola non sarà un passatempo noioso e sterile, e non rischierà di essere inutile o addirittura sfavorevole. Voi state imparando che non è solo la scuola che deve offrirvi un senso per la vostra presenza, ma siete voi che siete chiamati darle un senso per la vostra vita, riflettendo su quello che siete e su quello che volete diventare.
La prima realtà da studiare è quella che in questo momento ognuno di voi vive. Che intenzioni hai? Quali sono i tuoi talenti? Quali sono i tuoi punti di forza e quali i limiti? Quali scopi vuoi raggiungere? Cosa stai mobilitando in te per raggiungerli? Cosa sei disposto a sacrificare per arrivarci?
Ricorda che non devi scegliere di essere istruito ma di essere formato, e non accettare quindi di essere uno che sa qualcosa ma uno che è qualcuno. Lasciati guidare, per questo. Non coltivare pregiudiziali o diffidenze verso i tuoi docenti. Non li aiuteresti in questo modo a svolgere il loro servizio.
Ma poi c’è da studiare anche la realtà attorno a te. Non essere indifferente e non ritirarti a vita privata, anche se fosse il chiuderti davanti a un libro di scuola. La vera ignoranza, alimentata magari dalla negligenza, è non avere a cuore oltre al tuo futuro quello della realtà che ti circonda.
Impara a conoscere per capire, a studiare per riflettere, sviluppa un senso critico che si nutra di profondità e non si accontenta del “sentito dire”. Coltiva letture e sguardi che partendo dalla scuola sanno proiettarti oltre, e che ti incoraggiano a partecipare attivamente al presente e al futuro della tua e della nostra storia.
Sarai più sapiente quanto più sarai umanamente ricco e sensibile; quanto più amerai non solo il presente ma anche il futuro. E riscoprendo daccapo, ogni giorno, che sei contento di esserci, anche a scuola.
Il mio augurio per voi, per quest’anno scolastico, lo prendo dalle parole che William Shakespeare fa dire a un suo personaggio: «Quando l’anima è pronta, allora le cose sono pronte». Buon percorso.
+ Antonello, vescovo