“Una campanella interiore per vivere la scuola”
Carissimi studenti,
vi faccio subito una domanda paradossale: può considerarsi una festa ritornare a scuola? Personalmente, senza esitazioni, risponderei di sì.
Certo, capita anche oggi di pensare – come ieri, come sempre! – che anche solo un’ora in meno di lezione è piacevole, perché procura un gradito senso di libertà e un’atmosfera insuperabile di gioia.
Ma voi sapete che queste pur apprezzabili sensazioni passano e devono passare in fretta, perché – ne sono sicuro – anche voi siete d’accordo nel dire che una scuola sempre chiusa renderebbe tutti più tristi, più poveri.
Anzi, c’è un altro paradosso: il valore della scuola si misura proprio nel momento in cui ci manca, o quando ci viene tolta, come è accaduto per cause di forza maggiore nel tempo della pandemia più acuta. Proprio la sua assenza ci fa pensare quanto sia importante la sua presenza.
Oso allora immaginare che, anche ora, al ritorno a scuola, questo si stia ripetendo in voi. L’estate rimane sempre bellissima, ma quando arriva settembre suona una specie di campanella interiore, intensa e incessante, che fa emergere il desiderio di avere attorno nuovamente compagni e insegnanti; tutti mai veramente dimenticati, tutti percepiti come necessari, nonostante qualche difficoltà immancabile nei rapporti o nei risultati.
La scuola in questo periodo è una comunità che riapre i battenti, una campanella che, oltre a suonare esternamente, risuona intimamente: un vociare interiore continuo e incontrollabile, come le fila che si creano all’entrata. Grazie a questa forte sensazione si sceglie di entrare in classe, succeda quello che deve succedere, come capita quando si è certi di avere un’interrogazione ma non di essere pronti.
Per questo vi dico volentieri, con un grande incoraggiamento: buon anno scolastico! E vi invito a recuperare l’unico coraggio necessario: quello di vivere la scuola pienamente, perché non basta il coraggio di andarci.
Non vi manchi l’audacia di chi sa affrontare lo studio non come una competizione con gli altri, ma soprattutto sceglie di averla con se stesso.
Accettare questa sfida significa mettersi alla prova. E, come capita nella vita quotidiana, permettere a se stessi di far emergere contemporaneamente tutte le proprie caratteristiche, che certo non si trovano scritte sui libri, ma piuttosto nel cuore e nella vita di ognuno.
Riepilogherei tutto con un’espressione: vi auguro una grande passione per la conoscenza. E non parlo (solo) – ancora una volta – dei libri, ma di passione per le persone: per le loro storie (vicine e lontane); passione per le esperienze di ricerca del sapere, che fanno un gran bene all’umanità; passione per la verità e la giustizia, di singoli e dei popoli, e passione per il futuro; ma anche passione nel coltivare attese e speranze, scoprendo tra l’altro quanto sia importante nella vita avere una visione di fede (che non toglie nulla alle altre). Tutte queste passioni eviteranno di farvi imbrogliare dalla realtà e anche dalle… persone. E potrei continuare.
Buon anno scolastico! E un augurio finale: non smettete di far suonare la vostra campanella interiore.
Antonello Mura, vescovo