Pubblichiamo l’articolo del vescovo Antonello sul tema della parrocchia uscito nell’ultimo numero del nostro mensile diocesano L’Ogliastra. Articolo che prepara il convegno ecclesiale di sabato 22 ottobre.
Elogio della parrocchia
“Il volto bello delle nostre parrocchie” è il titolo guida del nostro convegno ecclesiale. Parrocchie -come ci invita ad essere e a vivere papa Francesco – che sappiano accompagnare, discernere e integrare. E tutti abbiamo bisogno di parrocchie “all’altezza” di questi compiti, necessari e ineludibili, protese ad annunciare il Vangelo e orientate a dare risposte alle domande e ai bisogni del tempo presente.
Quali sono le finalità a cui le parrocchie sono chiamate a tendere? Non sembri scontato affermare che il primo compito è quello di introdurre la comunità nella fede. Per il quale non sono sufficienti la ripetizione o la conservazione di “quanto si è sempre fatto” – con il rischio di una fede generica – ma la ricerca costante di quelle condizioni che rendano la fede attraente e significativa per la vita, non solo per il sentimento e l’operatività. Se infatti la fede non coinvolge tutta la persona, la sua storia e i suoi progetti, il rischio è di avere nelle nostre comunità frammenti di esperienze che non si incontrano tra loro, e che non contribuiscono a sintonizzare la fede con la testimonianza personale e comunitaria. Ed è qui che una parrocchia deve diventare originale e coraggiosa, ri-imparando a progettare itinerari e a delineare obiettivi non casuali né episodici, così da rendere permanente e consapevole l’alleanza tra la fede e la vita.
Accanto a questa finalità, emerge prepotentemente la necessità di modificare la nostra metodologia pastorale. Essa è chiamata a prendere atto che nelle parrocchie si sta passando dalla cura delle persone che frequentano – in chiara diminuzione – alla missione verso tutti. Gli stessi compiti istituzionali – sacramenti, catechesi, feste tradizionali – risultano episodici, non riuscendo a vincere l’assuefazione e la ripetizione a questi momenti che, rivelando una fede sistematicamente depotenziata, non riescono spesso a intercettare e a rispondere alle domande fondamentali della vita e sulla vita.
La parrocchia ha bisogno quindi di riscoprirsi come un luogo capace di generare alla fede nel quotidiano – in linea con le domande e le attese del nostro tempo – vivendo la dimensione missionaria come scelta e come progetto. Si tratta di offrire a tutti la proposta di nuovi itinerari di crescita nella fede, alimentati da un sostegno spirituale che privilegi l’incontro e il dialogo personale. Questa connotazione di servizio alla fede può aiutare la parrocchia a superare il rischio dell’autoreferenzialità come pure di configurarsi come “stazione di servizio”.
Il tratto qualificante di questa evangelizzazione – che guarda in modo unitario all’annuncio della Parola, alla celebrazione dei sacramenti e alla vita di carità e comunione – è costituito da un’azione pastorale che intende raggiungere persone oggi molto differenziate sotto il profilo della vita di fede: chi si avvicina ai sacramenti dell’iniziazione cristiana; i battezzati la cui fede è rimasta allo stadio della prima formazione cristiana senza giungere a vera maturità; coloro che si sono allontanati dalla partecipazione e dalla vita della Chiesa.
Il nostro Convegno vuole essere un’occasione privilegiata per riconfermare questi obiettivi e per incoraggiarne i percorsi. Elogiando la parrocchia che c’è e preparando quella che verrà.
+ Antonello Mura