Carissimi giovani,
il tema della prossima Giornata diocesana che vivremo insieme a Lanusei il 25 aprile, dal titolo: Giovani e futuro, come aiuta la Chiesa?, mi dà l’occasione di riflettere con voi dalle pagine del nostro mensile. Vi scrivo con tanta simpatia, e con il forte desiderio di ascoltarvi per continuare a conoscervi e a incoraggiarvi, come spesso mi è capitato in questi mesi.
Ritengo, infatti, essenziale per un vescovo scoprire cosa pensate di voi stessi, degli ambienti dove vivete e del vostro futuro, della Chiesa che vi sta accanto con i sacerdoti e gli animatori; Chiesa che, all’opposto, talvolta percepirete distratta nei vostri confronti, persino lontana dalle vostre attese. Vi assicuro che la vostra spontaneità e franchezza, la freschezza delle vostre considerazioni, sono un tesoro cui non vogliamo rinunciare.
L’auspicio è che il nostro territorio, grazie a voi, profumi sempre più di fiducia e di speranza e che, nonostante i problemi, impariamo non solo a prenderne coscienza ma anche ad affrontarli insieme.
La Chiesa diocesana si dichiara tutta, senza reticenze, impegnata ad accompagnarvi nel vostro cammino umano e cristiano, sentendosi vostra alleata, certamente non indifferente ai vostri progetti.
Come può aiutarvi la Chiesa? Accolgo subito con voi alcune espressioni che papa Francesco rivolse il 28 agosto 2013 ai giovani della diocesi di Piacenza-Bobbio: “Non si capisce un giovane, un ragazzo, una ragazza, che non vogliano fare una cosa grande, scommettere su ideali grandi, grandi per il futuro. Poi faranno quello che possono, ma, la scommessa è per cose grandi e belle”.
Cari giovani, mantenendo la forza di queste parole del Papa, v’invito ad avere uno sguardo alto, libero dalla tentazione della mediocrità. Anche in diocesi sentiamo il bisogno di giovani che non abbiano sguardi rasoterra, magari cavalcando quelle ondate di pessimismo che periodicamente lasciano tramortiti e disorientati, contagiati di amarezza e di sfiducia. Se dobbiamo alzare la voce, alziamola insieme, ma evitiamo di essere neutrali di fronte a quanto accade. Ci soccorre un’altra bella affermazione, questa volta di Benedetto XVI, pronunciata a Madrid nella Giornata mondiale dei giovani del 2011: “Che nessuna avversità vi paralizzi! Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza”.
Anche nel campo della fede una delle conquiste più belle è imparare ad andare controcorrente. Come spesso mi capita di dirvi Gesù non è un vostro rivale, ma un Amico da incontrare e da seguire, per fare con lui una grande esperienza di libertà e di verità. Incontrarlo personalmente nella Parola e nei sacramenti non toglie niente al vostro futuro, anzi ne rafforza una visione critica ma sempre creativa, realista ma comunque propositiva.
Nella nostra Giornata, grazie a testimoni ed esperienze, vogliamo parlarvi senza illusioni di quanto può accadere se scegliete di camminare in comunione con la Chiesa. Le vostre parrocchie, i presbiteri, gli animatori e lo stesso vescovo non hanno altro tesoro da offrirvi che Gesù Cristo, quel Figlio di Dio che stiamo celebrando Risorto, cioè portatore di una vita in pienezza che nessun altro può donarci. Tutti siamo chiamati a un cammino nel quale rinnoviamo l’impegno a mettere i nostri piedi sulle orme lasciateci da Gesù. Per riconoscere anche nel nostro tempo le sue tracce.
Vi aspetto, per condividere con voi i doni più preziosi: la vita e la fede.
+ Antonello Mura