Cara studentessa, caro studente,
sono arrivati a scuola i giorni per i quali ti stai preparando da tempo. Il cosiddetto “esame di maturità” è un appuntamento desiderato e temuto allo stesso tempo, ma che rappresenta comunque una tappa fondamentale della tua vita. Insegnanti, genitori e amici ti sono vicini con premura e, immagino, con tanti consigli.
Come vescovo di questa diocesi, non conoscendoti ancora personalmente, non ho suggerimenti personalizzati da offrirti, tantomeno ricette. Voglio comunque dirti che in questi giorni penserò e pregherò per te, così come per tutti coloro che faranno questa esperienza; ma desidero anche esprimerti una breve considerazione e un augurio, confidando che le accoglierai con fiducia.
Parto da una constatazione: il tempo che viviamo non sempre colora di positività i passi più quotidiani; spesso è presente la tentazione di considerare tutto inutile, generando atteggiamenti di pessimismo a piene mani. Te lo dico subito: questo è un contagio da evitare.
Immagino che anche in te, quando affronti tappe come questa, affiorino alcune domande: “Ne vale la pena?”, “ A che serve?”. Mi piace dirti, sperando che ti aiuti, di guardare con stupore e meraviglia a questa prova d’esame. Tutto il tempo e tutte le energie che in questi giorni dedicherai allo studio e alle relazioni non è inutile! Quell’intreccio di incontri, impegni, idee e dialoghi ti stupirà positivamente nella misura con cui l’accoglierai come una novità che ti costruisce come persona.
Ti auguro, anche attraverso questa prova d’esame, di appassionarti alla tua formazione, di accrescere il desiderio e il gusto dello studio, di motivare in te un costruttivo spirito critico. Sappi valorizzare la fatica di questi giorni per imparare un cammino, quello che disegna la tua vita.
Ti benedico volentieri e ti affido al Dio in cui credo, che ti conosce e ti ama.
Con simpatia
Antonello Mura, vescovo